Stone : un interessante studio psicologico

 

Risultato immagine per Stone (2010) John Curran

L’aspetto più interessante, a mio avviso, di questo film è la doppia traiettoria compiuta dai due protagonisti, Ed Norton e De Niro, dal momento in cui si conoscono. Questi personaggi, infatti, opposti per carattere, posizione sociale e convinzioni religiose, finiscono per intraprendere un percorso morale che li porta ad abbandonare progressivamente la loro “area” individuale per occupare quella dell’altro. 

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L’elemento che è chiamato a facilitare questo doppio percorso verso l’opposto è una splendida giovane, Milla Jovovich, la ragazza di Stone. Chiamata a fungere da elemento perturbatore, compie a meraviglia il suo ruolo, riuscendo a sedurre l’agente (De Niro-Mabry) che deve a verificare le reali motivazioni che spingono il detenuto (Norton-Stone) a chiedere la libertà vigilata. E’ l’unica del trio, la Jovovich, a rimanere quella che è: in effetti, essendo il perno attorno a cui ruota la vicenda, non può essere altrimenti. A cambiare sono l’agente che poco a poco si avventura i n un campo a lui totalmente ignoto e cioè quello della trasgressione e dell’illegalità. La Jovovich, d’accordo con Stone, lo trascina poco a poco in un vortice di passione folle che sconvolge la sua vita. Da fedele praticante della Chiesa Episcopale, sposato ad una fervente (ed esageratamente devota) correligionaria, ligio al suo dovere, scrupoloso fino al dettaglio, diventa progressivamente un uomo allo sbando, incapace di controllare ormai le sue emozioni e disposto a compiere gravi infrazioni alla legge e a rischiare di finire anch’egli un detenuto come gli altri.

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 D’altro canto, Norton-Stone comincia a cambiare dal momento in cui comincia a conoscere De Niro-Mabry. La solidità morale, la sua apertura mentale, i suoi principi lo turbano. Abituato a prendere con la violenza, ad arraffare quel che trova, a infischiarsene dei sentimenti e delle persone, comincia a riflettere. Il suo graduale cambiamento lo vediamo dal suo comportamento e dal suo aspetto. Rifiuta un approccio  masturbatorio con la sua ragazza (la Jovovich); in luogo delle treccine, decide di pettinarsi in modo meno eccentrico, modifica poco a poco il suo linguaggio così scurrile. Il giochetto che aveva escogitato per incastrare, d’accordo con la ragazza, De Niro, comincia a non interessarlo più di tanto.

Risultato immagine per Stone (2010) John Curran


Il finale è intelligente: i due protagonisti si ritrovano soli. Stone ottiene la libertà, ma ormai la sua vita è cambiata. De Niro, ormai al suo ultimo giorno di lavoro nel penitenziario e conscio del fallimento cui è andato incontro e della facilità con cui è stato incastrato, non riesce a ritrovarsi. L’unica a rimanere se stessa è la Jovovich, che parrebbe non provare particolare dispiacere per la rottura del suo rapporto con Stone, vista la sua allegra disponibilità ad accompagnarsi con il primo amichetto simpatico che trova.

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Se il cinema fosse una scienza, si potrebbe dire che l’elemento negativo qui diventa positivo e che quello positivo diventa negativo, portando ad un azzeramento sostanziale dei termini iniziali del problema. In realtà, e non potrebbe essere altrimenti, le cose non stanno esattamente così. Questa esperienza fa chiarezza su due caratteri essenzialmente incerti. De Niro ha vissuto una vita grigia, controllata, repressa che ne ha fiaccato lo spirito di libertà personale. L’occasione che gli si presenta finisce, dopo qualche esitazione iniziale, per liberare il suo desiderio di evasione dai paletti convenzionali che hanno segnato fino ad allora la sua opaca esistenza. Compreso il trucco che lo ha incastrato, ne rimane sconvolto. Non si realizza compiutamente questo suo desiderio d’evasione e rimane, suo malgrado, prigioniero di se stesso e delle sue convinzioni. Lo sguardo al cielo finale potrebbe essere un’invocazione disperata di aiuto.

Risultato immagine per Stone (2010) John Curran


D’altra parte Stone, ha compito passi sostanziali verso una redenzione morale che sembrerebbe potergli dare la serenità e la saggezza di cui sembra avere bisogno. In realtà, egli cammina solo nella notte. E’ un uomo solo, perchè ha abbandonato un mondo in cui non si riconosce più e non ha certezze su come reimpostare la sua vita. Forse troverà quel che cerca, forse no. Questa incertezza è uno dei punti migliori del film. Rifuggendo dalle soluzioni di comodo lascia allo spettatore trarre le sue conclusioni o, se vogliamo, previsioni.

 

Stone (2010) John Curran