Ipotesi di reato

Non solo ovvietà

Di primo acchito, si tenderebbe a dare ragione a Zappoli nel qualificare il film come trionfo dell’ovvietà; poi però, con analizzandolo in profondità, è possibile estrapolare spunti per qualche riflessione che potrebbe risultare interessante. Il primo elemento che affiora è la sostanziale condanna di una società impazzita. Interessante è. a questo proposito, lo stratagemma con cui lo studio legale presso il quale lavora il protagonista riesce a rendere legale ciò che è illegale.Se i cardini su cui la nostra società si regge si basano sulla legalità, e se uno studio legale riesce a rendere legale ciò che legale non è, questo significa che la nostra società si basa, più che sulla legalità, sul suo artificio.

La legalità quindi è una maschera moralistica, dietro cui si compiono i misfatti più orrendi. Il secondo elemento sono i due livelli di comportamento degli individui. Normalmente, e secondo la tradizione, il primo livello è quello del comportamento etico, quello cioè che in condizioni di normalità, è di solito praticato dalla gente. Il secondo è quello condizionato dai fattori alienanti della nostra società: lo status sociale, il carrierismo, il prestigio, il potere, il denaro. Si tratta di comportamenti aggressivi allo scopo di difendere la propria scala di valori materiali (la macchina, il potere, il lusso, il privilegio, ecc.). Il personaggio di Samuel Jackson è un alcolista in lotta per liberarsi dal vizio.

Si sta giocando tutto: lavoro, famiglia, salute. Non è dato sapere i motivi per cui è caduto nel vizio, ma è lecito arguire che si tratta di una persona che, di fronte a seri ostacoli, incapace di affrontarli adeguatamente, si rifugia nell’alcol. La società attuale è spietata con chi non riesce ad affrontarne le difficoltà. E’ una selettività feroce, che fa spesso precipitare l’umanità nella legge della jungla. Il personaggio interpretato da uno scialbo Ben Affleck è invece un chiaro esempio di ciò che è oggi la figura del giovane VIP WASP rampante. E’ un giovane avvocato che lavora per uno studio legale che, a quanto pare, agisce come tutti gli studi legali americani (e non): fare quattrini ad ogni costo, anche passando sopra la legalità. Entrambi i protagonisti, invece di comportarsi come persone civili, immersi in una società super-competitiva e spietata, reagiscono usando la violenza (quella primitiva (Jackson) e quella più raffinata(Affleck).

Questo dimostra che l’uomo sociale attuale, invece di comportarsi da uomo civile, agisce selvaggiamente per distruggere chi gli si para davanti e minaccia di mettere in pericolo il traguardo che si è prefisso. La società quindi si è modificata: dato che le condizioni attuali urbane sono quelle che conosciamo, il livello primo di comportamento è quello selvaggio, è il richiamo della foresta, è l’urlo dell’uomo-bestia deciso a difendere il proprio territorio che oggi si chiama status-symbol. Per arrivare al secondo livello, l’uomo deve necessariamente fermarsi e riflettere.

Ma la nostra società permette questo momento di pausa? O non è un accavallarsi parossistico di accadimenti che portano l’homo urbanus alla distruzione e all’auto-distruzione? Il finale del film è consolatorio, d’accordo. Ma i problemi che il film pone sono inquietanti.

 

Ipotesi di reato (Changing Lanes (2002) Roger Michell